Livello Accessibilità: elevata in tutta l’area.
Non accesibile la cripta
Prototipo del romanico pugliese, la basilica ha mura imponenti e facciata tripartita con tre portali. Per la sua costruzione, in un periodo molto fecondo per la città e per la scultura e l’architettura della regione, furono utilizzati materiali provenienti da diverse chiese, cosa che spiegherebbe la diversa altezza delle due torri campanarie mozze e la differente lunghezza delle fiancate. Differenti tra loro i portali: sobrio nelle linee quello principale fra due colonne sostenute da tori, importante anche per la ricchezza degli ornati e il
significato iconologico. L’interno, di grande spazialità, è a tre navate divise da colonne e pilastri.
Il bellissimo ciborio, il più antico esistente in Puglia, risale al XII secolo. Tra l’altare basilicale e l’abside si conserva la cattedra dell’abate Elia: opera in marmo con decorazioni sullo schienale tipiche della Puglia bizantina dell’XI secolo. Nel catino absidale, alle spalle della cattedra, c’è il monumento funebre con le spoglie di Bona Sforza, regina di Polonia e duchessa di Bari. Il gruppo marmoreo, di fattura napoletana, è
costituito dalla regina in atteggiamento di preghiera con ai lati San Stanislao e San Nicola.
Nel secolo XVII la basilica subì l’influsso del barocco i cui segni, oggi, si ritrovano nel soffitto dalle grandi tele seicentesche del bitontino Carlo Rosa, nell’Altare d’argento e nel pulpito. Per la costruzione della cripta furono impiegati materiali di chiese bizantine e longobarde collocando i pezzi migliori all’ingresso e vicino all’altare del santo. Tra le 28 colonne di spoglio, protetta da una grata di ferro, è visibile la colonna detta “miracolosa” che, secondo la leggenda, fu ritrovata a Bari nel 1098 come ultima colonna ancora mancante alla costruzione.